Il catfish (che in italiano significa letteralmente “pesce gatto”) è una persona che chatta, si iscrive ai social e intrattiene relazioni spesso di natura sentimentale con altri utenti mantenendo però un’identità falsa. Il catfish si attribuisce caratteristiche radicalmente diverse da quelle che in realtà possiede.
Il fenomeno del catfishing ha ricevuto una certa rilevanza a livello mediatico nel 2010, con l’uscita del docufilm Catfish. Il regista e protagonista Nev Schulman vi racconta la sua reale esperienza di vittima di catfishing. Anche lui, infatti, è stato ingannato e indotto a instaurare una relazione virtuale. La fantomatica ragazza che lo ha adescato si è poi rivelata frutto della fantasia di un’altra donna.
Il catfishing però, non è solo la persona che chatta per intrattenere una relazione di natura sentimentale, ci sono anche soggetti che perdono soldi, a volte tanti; c’è poi chi si introduce in gruppi, sui social per “spiare” l’amministratore o gli amministratori di tali gruppi. Il termine catfish anche se letteralmente significa “pesce gatto” per me potrebbe semplicemente essere paragonato ad una “spia”. Intendiamoci, non mi riferisco alla spia James Bond, il personaggio immaginario creato nel 1953 dallo scrittore britannico Ian Fleming, poi reso universalmente famoso dai film ispirati ai libri dei quali è protagonista l’agente segreto colto e raffinato del controspionaggio inglese che come numero identificativo 007, dove il doppio zero indica che ha “licenza di uccidere“, no, non è quel tipo di spia. Ecco, cerchiamo di capire chi sono questi soggetti, perché una mattina si alzano dal letto e decidono di crearsi una falsa identità per spiare nei gruppi social? Chi li spinge? cosa “frulla” nella testa di questi soggetti?
Cos’è che spinge il catfish ad agire in questo modo? Si possono individuare vari motivi che portano a creare una falsa identità e a interagire tramite il web con altre persone:
- La paura di non essere accettati;
- L’ insoddisfazione riguardo alla propria vita reale e la propria vera identità;
- La semplice noia;
- Cattiveria gratuita;
- Problemi di natura psicologica non curabile.
Come sapete tutti, non sono un medico e neppure uno psicologo, Dio mi scampi e liberi!
A mio avviso, per i punti: 1; 2; e 3, diciamo che il catfishing porta un beneficio a livello psicologico a chi si serve di una falsa identità: la possibilità di poter creare una figura immaginaria, che permetta di avere interazioni con altri, è certamente allettante e gratificante. Questo soprattutto per chi è insoddisfatto della propria condizione, magari perché non appartiene al sesso con cui si identifica o perché è affetto da una disabilità.
Del resto, i social network accentuano la naturale predisposizione delle persone a modificare alcuni aspetti della propria identità in senso pro-sociale, soprattutto se ciò può apportarci gratificazione. Questo è stato dimostrato in particolare da uno studio israelo-statunitense. In questa ricerca, i soggetti avevano consapevolezza di un divario tra il proprio sé reale e quello rappresentato sul web, di cui venivano sottolineati i punti di forza, nell’ottica di ottenere un maggior consenso sociale
Per il punto 4, che dire, siamo tutti figli di Caino??? Il maligno, il figlio del serpente nel Giardino dell’Eden? Che vuol dire essere Caino? Per antonomasia, è il fratricida, è l’uccisore di congiunti o di amici; è un traditore, i Caino sono esseri senza cuore, perciò senza nessun merito.
Io direi di non considerarli perché non degni di stare al mondo.
Per l’ultimo punto, il 5, Problemi di natura psicologica non curabile, beh che dire, siete non curabili e quindi neppure quella pubblicità: “Per stare meglio comincia da Unobravo” potrà aiutarvi, la società dovrà convivere con questa tragedia.
Amen, ce ne faremo una ragione.