È difficile sapere come andare avanti una volta che il dolore cronico è entrato nella tua vita. Ora pensa ad una persona con dolore cronico come a un’auto con tutti e quattro pneumatici a terra.
L’aspettativa di un soggetto con dolore cronico potrebbe essere un farmaco e/o un trattamento che allevi il dolore. Ma questo è come mettere aria solo in uno dei pneumatici di questa auto; abbiamo altre tre gomme terra e di certo non possiamo andare avanti. Forse quel farmaco o quel trattamento ci ha fornito solo il 25 o il 30 percento di sollievo. Bene, ora chiediamoci cos’altro ci serve per riempire di aria i rimanenti 3 pneumatici in modo da poter riprendere il viaggio della nostra vita.
Per ogni persona che vive con il dolore cronico, la combinazione necessaria di terapie e interventi è diversa, andrebbe studiata in base alle proprie esigenze individuali. A differenza della medicina tradizionale in cui il “paziente” è un partecipante passivo, vivere una vita piena con il dolore cronico richiede che assumiamo un ruolo attivo nel processo di guarigione.
Dobbiamo lavorare con i nostri medici per trovare ciò di cui abbiamo bisogno per poter riempire le altre tre gomme. Occorrerebbe un biofeedback, (è un trattamento non farmacologico che consente di imparare a controllare funzioni corporee normalmente involontarie, come tensione muscolare, pressione sanguigna, ritmi elettroencefalografici o frequenza cardiaca), una terapia fisica, delle consulenze periodiche, delle stimolazione, una consulenza nutrizionale, un gruppo di supporto ad esempio dei gruppi di auto aiuto e una serie di altre “terapie”mediche e non mediche che sono solo alcuni modi ed esempi che ci permetterebbero di riempire i nostri pneumatici. Una volta riempite tutte e quattro le gomme, sarà nostra la responsabilità di mantenere la nostra auto. Non riporteremo la nostra auto all’officina chiedendo di gonfiare le gomme, pulire il nostro parabrezza e altro. Questa sarà la nostra responsabilità: prenderci cura della nostra auto. Potremmo riportarla in officina per un “controllino” e se c’è qualcosa va storto andiamo da un professionista del mestiere. È lo stesso con il nostro benessere.
La gestione del dolore cronico è molto più di una “semplice modalità”. Ci vuole uno sforzo di squadra, con i malati cronici, tutti i malati cronici, i quali assumendo un ruolo attivo, potrebbero vivere a pieno la loro vita con il proprio dolore.
Dove si trova questo mondo dove il malato cronico è parte attiva e una squadra di professionisti si occupano di fare squadra con lui?
Ciao carissima, ci sono ancora, solo un periodo tremendo
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Ciao, lo so. Grazie
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Io non l’ho mai visto succedere.
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